Fior de cactus |
Scritto da Maria Pellegri Beber, adattato da Ermenegildo Pedrini |
“Fior de cactus”, copione tradotto in dialetto da Maria Pellegri Beber (scomparsa nel 2006), tratto da un classico del teatro italiano: “Cactus Flowers”, che nella versione di casa nostra vide salire sul palco celebri attori del calibro di Alberto Lupo, Franca Valeri, Paolo Ferrari, Andrea Giordana, Nino Calstelnuovo. Negli anni Sessanta ne è stato tratto anche un film di discreto successo. Ai copioni già confezionati, però, il regista Pedrini ha sempre mostrato scarso interesse, almeno finché non aveva la possibilità di sguazzarci dentro a piene mani. Così, venne ripreso il testo in lingua italiana, rimaneggiato con il testo in dialetto, inserendo scene che inizialmente erano state tagliate e riordinando un po’ l’intera storia. Un grosso lavoro che ebbe anche lo scopo di ridurre la durata della rappresentazione, che diversamente sarebbe durata più di due ore. Un grande lavoro venne fatto anche sulla scenografia, che doveva essere il più flessibile possibile tenuto conto dei sette cambi di scena previsti dal copione. gli elementi della scenografia divennero poliedrici, agevolando i cambi di scena che partivano con la recitazione ancora in atto grazie alle luci che illuminavano solo i protagonisti. Ne risultò un lavoro molto godibile. Il giovane gruppo di attori dimostrò un affiatamento fuori dal comune, il vero segreto della dinamicità e freschezza recitativa di questa filodrammatica. Un ingrediente prezioso che il regista Pedrini ha saputo cogliere e gestire con grande maestria. TRAMAPer non impegnarsi ed evitare coinvolgimenti eccessivi, Giuliano, dentista single, play boy e scapolo impenitente, ha raccontato alla sua amante Beatrice di essere sposato e di avere tre figli. Ma quando la ragazza tenta il suicidio le promette di chiedere il divorzio e di sposarla. Beatrice però insiste per conoscere la rivale e così le cose si complicano. Tra tante bugie e scambi di ruolo, i colpi di scena non si fanno aspettare. I PROTAGONISTIBeatrice Elisa Bortolamedi LA PARTECIPAZIONE A "PALCOSCENICO TRENTINO"La presenza della filodrammatica di Ischia al concorso provinciale “Palcoscenico Trentino - Premio Mario Roat” non è passata inosservata. Vincitrice dell’edizione 2003, il sodalizio di Ischia era atteso al varco per confermare i passi avanti notati nelle stagioni precedenti. Ed infatti, “Fior de cactus” è parsa come una commedia al di fuori dei canoni tradizionali e questo è stato apprezzato, visto che la filo non è tornata da Trento a mani vuote. È stato vinto il premio del pubblico e il premio per la miglior scenografia, con la motivazione «per lo sforzo di superare con soluzioni agili e cambi di scena a vista la tradizionale impostazione scenica degli interni». Dal volume "Filodrammaticando" di Gianluca Filippi |